REGIONE. Verso la nuova legge con regole urbanistiche stringenti Gioco d’azzardo Tasse più salate ai bar con le slot I Comuni premieranno quelli che non le installano Stop alle vetrine oscurate. Ok al Tavolo per definire il protocollo di assistenza del malato di ludopatia Cristina Giacomuzzo II Veneto punta al giro di vite contro il gioco d’azzardo lecito. Le tabaccherie, i bar o i locali in genere che tengono le macchinette, quelle dove si infilano monetine a go-go nella speranza di vincere qualcosa, dovranno pagare più tasse: l’Irap subirà un aumento dello 0,92%. Non solo. Avranno l’obbligo di interruzione quotidiana fino a sei ore. E se non rispetteranno le regole? Scatteranno inulte salate fino a 6 mila euro. Se questo non bastasse, la Regione darà la facoltà ai Comuni di definire, nei loro regolamenti, premialità economiche per gli esercizi che scelgono di non installare gli apparecchi da gioco d’azzardo. Ecco alcune delle novità della bozza di legge che è stata licenziata a maggioranza la scorsa settimana dalla commissione Sanità del Consiglio regionale presieduta dal padovano Fabrizio Boron (Usta Zaia) che ha guidato un lavoro di mesi per unificare le quattro proposte depositate sul tema (quella della Giunta a firma dell’assessore bassanese Manuela Lanzarin; quella di Antonio Guadagnini, Siamo Veneto; di Giovanna Negro, Veneto cuore autonomo; e di Riccardo Barbisan, Lega) ascoltare tutti i soggetti interessati e fare sintesi dando una stretta su un fenomeno pericoloso. DIPENDENZA. Nei mesi scorsi l’assessore al sociale, Manuela Lanzarin, aveva denunciato con numeri alla mano: «Nel 2017 i Veneti hanno speso in giochi e scommesse oltre 6 miliardi di euro. E come se ogni residente, neonati e centenari compresi, avesse giocato 1245 euro a testa. La parte del leone la fanno le slot e le videolottery, posizionate nei bar, ristoranti, esercizi pubblici di ogni tipo : le circa 40 mila macchinette disseminate in Veneto hanno inghiottito 4,7 miliardi di euro, pari al 77% delle scommesse complessive in territorio regionale. E il Veneto è la terza in Italia per quantità di soldi nelle macchinette». Il fatto è che questi giochi creano dipendenza patologica. Si stima che i potenziali “malati di gioco” in Veneto siano oltre 3700. Vale a dire altrettante famiglie che devono fare i conti con la spirale della ludopatia che, tanto quanto la droga, prosciuga non solo il conto in banca. «E come ogni patologia va capita, curata e, soprattutto, va messa in campo una giusta prevenzione», dichiarava Lanzarin. URBANISTICA. Prevenzione che inizia con una legge che fa pagare più tasse a chi tiene queste macchinette. Il testo prevede al momento anche limitazioni alle nuove autoriz zazioni: le sale da gioco o gli apparecchi dovranno trovarsi a distanza dai luoghi sensibili come scuole e ospedali (300 metri nei comuni più piccoli, 500 in quelli con oltre 5 mila abitanti). I Comuni potranno individuare i criteri per la dislocazione territoriale dei punti gioco. Poi, e vale anche per resistente, le vetrine delle sale e delle agenzie di scommesse non dovranno essere oscurate con pellicole e tende, come succede oggi. Saranno obbligatori impianti per il riciclo d’aria. Poi i gestori di questi locali dovranno mettere in evidenza il materiale informativo sui rischi del gioco d’azzardo che le Uiss forniranno. «Durante i lavori in commissione è saltato un intero articolo sulla pubblicità – spiega Boron -. L’obiettivo era quello di vietare ogni forma di pubblicità non solo ai locali ma anche alle vincite. Ma di recente a livello nazionale è stata varata una legge che va nella stessa direzione. Con un emendamento, poi, abbiamo esplicitamente escluso da queste limitazioni le sale gioco per i bambini o quelle, comunque, dove non sono previste vincite in denaro». PREVENZIONE La bozza prevede che la Regione possa promuovere accordi economici con gli operatori per favorire l’adozione di un codice di autoregolamentazione che vieti «l’uso delle lotterie istantanee e dei “gratta e vinci” nella promozione delle attività commerciali»
. In un articolo poi si istituisce il Tavolo tecnico permanente sul gioco d’azzardo patologico, un organismo di consulenza e studio delle politiche socio sanitarie su questo tipo di dipendenzaIn pratica, l’obiettivo è creare un protocollo valido in tutte le Uiss che si attivi a sostegno del malato di ludopatia e che garantisca alti standard di azione per il percorso diagnostico, terapeutico oltre che assistenziale comprendendo anche la famiglia, un po’ come avviene con la presa in carico di un paziente oncologico, per intenderci. Il progetto di legge ora sarà analizzato dalla commissione Bilancio e poi approderà in Consiglio per l’ok definitivo. · Boron, presidente di commissione: «L’articolo che vietava pubblicità è saltato: c’è già in legge nazionale! Una slot machine: ce ne sono più di 40 mila di attive in Veneto.
Fonte: Giornale di Vicenza