E’ prevista per oggi a Roma la riunione , in seduta straordinaria, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e quindi, nel pomeriggio, della Conferenza Unificata e della Conferenza Stato-Regioni , per le valutazioni sulla manovra di bilancio 2018-2020. Valutazioni che, di logica, dovrebbero comprendere anche la disposizione contenuta nell’articolo dedicato al settore dei giochi, e nello specifico quella che impone le Regioni di adeguare le proprie normative sui giochi così da consentire l’indizione delle gare di bingo e scommesse (entro il 30 settembre 2018).
Secondo il governo il passaggio previsto nel terzo comma dell’art. 90 della Legge di Bilancio dovrebbe, in maniera definitiva, azzerare ogni possibile questione sugli effetti di tutte le disposizioni, ordinanze, leggi regionali e provenziali delle quali da qualche anno si parla e si fanno ricorsi (nei tribunali amministrativi e non solo).
Insomma la cosa è abbastanza semplice: il termine, perentorio, mettebbe con le spalle al muro gli enti locali che, volenti o nolenti, dovranno rileggersi bene l’intesa raggiunta il 7 settembre scorso, e garantire le condizioni per trovare una allocazione ai punti di gioco. Come, lo decideranno loro.
Ma siamo sicuri che le Regioni sappiano davvero che questo è quello che è stato loro imposto di fare? Dai commenti seguiti alla intesa del 7 settembre a noi sembra sinceramente di no. E le ultime inziative prese da regioni come la Lombardia e il Piemonte e comuni come Napoli, lo confermerebbero.
Oggi è previsto un primo approccio con la svolta decisionista e determinata del Governo, vedremo come le Regioni accoglieranno la novità.
Fonte: Jamma