MARCO PLANZI POLITECNICO DI MILANO «Così si toglie un’arma al gioco legale Informare è una garanzia per tutti» • Marco Planzi è Senior Advisor dell’Osservatorio Gioco Online del Politecnico di Milano, che svolge uno studio approfondito del settore del gioco online e d’azzardo. Una posizione privilegiata per fare un’analisi sull’articolo 8 del «Decreto Dignità». Che idea si è fatto di questo decreto? «Avrà un impatto, al di là dell’aspetto economico, sulla conoscenza da parte dei consumatori dell’offerta legale italiana online, basata su una normativa all’avanguardia in Europa». • Può spiegare? «In Italia c’è un mondo del gioco e delle scommesse online estremamente controllato e tracciato attraverso un’infrastruttura informatica unica al mondo. Grazie ai sistemi di Sogei, si registra in tempo reale ogni singola giocata. E una forma di tutela per lo Stato, per i Concessionari, ma soprattutto per gli scommettitori. Informare chi si avvicina ai giochi online su quali sono i marchi che rispettano tutte le tutele che il Governo italiano garantisce è uno degli aspetti della pubblicità, anche sotto forma di sponsorizzazioni». • Quali sono i rischi? «In Italia abbiamo 2,2 milioni di giocatori attivi, ma ben 3,7 milioni hanno un conto su una piattaforma online. Vanno tutelati dai rischi connessi. C’è la necessità che chi gioca sia a conoscenza di chi ha la concessione rilasciata dai Monopoli e opera secondo le regole. Ci sono diversi concessionari che per motivi fiscali hanno sede in Paesi esteri, che hanno norme meno stringenti. Poi però per operare in Italia devono avere la concessione dai Monopoli, adeguando le proprie pratiche di business e commerciali alle norme antiriciclaggio, antimafia e a tutela dei consumatori. In caso di stop alla pubblicità per gli utenti potrebbe essere più difficile distinguere gli operatori del circuito legale». •Perché l’Italia è all’avanguardia? «Il gruppo di lavoro della Commissione Europa sui giochi e le scommesse ha come obiettivo finale un impianto normativo comune da modulare Paese per Paese. L’Italia è capofila per quanto riguarda il controllo e le tutele a disposizione dei consumatori. Anche Gran Bretagna e Francia, per citare due Paesi dalla grande tradizione nelle scommesse, traggono ispirazione dalle normative italiane, che impongono ai concessionari una serie di misure di controllo a tutela dei consumatori. La trasparenza è la base, ma ogni concessionario deve monitorare costantemente i flussi di gioco su vari fronti, dal match fixing fino ai comportamenti a rischio, misurando il tempo di connessione e il volume di denaro investito, con strumenti per impedire a chi diventa soggetto a rischio di continuare a puntare, come il Registro Unico delle Autoesclusioni lanciato lo scorso febbraio». • Dunque, quali conseguenze dal divieto alla pubblicità? «Di sicuro restringe il campo rispetto a quanto già previsto dalle norme che regolano la pubblicità legata al gioco che come richiede il Decreto Balduzzi in vigore dal 2013 – già non può essere veicolata in spazi e orari che non sono strettamente riservati agli adulti. Le restrizioni vanno calibrate per fare in modo che i concessionari non incitino al gioco e al contempo i consumatori riescano a distinguere tra i marchi legali che rispondono a precise regole a tutela dei clienti e i siti web illegali. Si tratta di un’arma che consente di allo Stato di mantenere l’ordine pubblico, dalla lotta alla mafia fino al controllo del settore per limitare l’impatto del gioco patologico. Il marchio “Gioco Responsabile”, che accompagna le campagne dei concessionari legali in Italia, implica che gli operatori presenti nel mercato italiano rispondono a requisiti stringenti. I consumatori devono essere messi a conoscenza per poter riconoscere i siti legali». Nicola Melillo (O RIPRODUZIONE RISERVATA -tit_org- «Così si toglie un’arma al gioco legale Informare è una garanzia per tutti ».
Fonte: GAZZETTA DELLO SPORT