Il Consiglio di Stato si pronuncia sulla questione di rilevanza europea dei ricorsi legati alla tassa dei 500 milioni introdotta dalla legge di Stabilità del 2015.
“Ad avviso di questo Giudice e anche alla luce di quanto precisato dalle parti a seguito del contraddittorio che è stato disposto sulla richiesta di codesta Corte, nel caso di specie sussistono tutti i requisiti di ammissibilità della questione di cui si è detto, ovvero l’applicabilità astratta delle norme ai cittadini sia nazionali, sia europei, nonché l’elemento di collegamento concreto con l’ordinamento europeo”, si legge nella serie di ordinanze che riprendono quanto sostenuto in udienza dagli avvocati degli operatori di gioco, rispondendo alla richiesta di chiarimenti avanzati dalla Corte di giustizia europea.
“Sotto il primo profilo, la normativa in discussione si applica indistintamente ai cittadini italiani, ovvero alle società italiane, così come ai cittadini e alle società di nazionalità europea. Ciò risulta in primo luogo dalla lettera stessa delle norme, che sono generali ed astratte. Risulta però anche, come correttamente evidenziato dalla difesa nei procedimenti con la memoria 7 dicembre 2020, dal fatto che le imprese ricorrenti appellanti si sono aggiudicate la concessione per cui è causa attraverso una gara europea (il bando è l’all. 1 alla memoria indicata), quindi aperta a tutti i soggetti dell’Unione”, rimarcano i giudici.
“Sotto il secondo profilo, le ricorrenti appellanti interessate dal prelievo in discussione sono in effetti tutte società di diritto italiano, ma in alcuni casi ciò è vero solo formalmente, in quanto si tratta di società di diritto italiano controllate per intero da una società madre di nazionalità europea”.
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