L’industria del gioco legale non ha bisogno di un intervento legislativo che imponga una salario dignitoso per i lavoratori impiegati. Il salario dignitoso lo garantisce già.
Mentre la politica dibatte il tema del salario minimo a 9 euro l’ora, dividendosi tra sostenitori e contrari, c’è un comparto che potrebbe non essere nemmeno sfiorato dalla misura: quello del gioco legale. Il Movimento Cinque Stelle propone il Salario Minimo come strumento “per sollevare dalla miseria 3 milioni di lavoratori che oggi portano a casa stipendi da fame, inferiori ai minimi contrattuali”.
Le stessa forza di Governo che oggi si batte per un minimo di 9 euro di retribuzione all’ora, per tramite del suo capo politico Luigi Di Maio, ha più volte espresso la sua intenzione di colpire il settore del gioco legale incurante degli effetti di una certa politica in termini di perdita di posti di lavoro.
Ma il comparto del gioco legale, dati alla mano, ha dimostrato prima dell’esponente dei Cinque Stelle il suo interesse nella tutela dei lavoratori.
Giochi e scommesse, comprese le attività che operano nella gestione delle slot, garantiscono, in media una retribuzione oraria che supera i 12 euro, più alta di quella riconosciuta ai lavoratori di altri settori attigui come le attività sportive e di intrattenimento, o quelle artistiche, con una cifra media di 10 euro l’ora.
I Cinque Stelle lamentano gli attacchi e le critiche di chi ritiene che 9 euro lordi all’ora siano troppi e sfascerebbero il sistema. Il vero dramma è sostenere una misura dimenticandosi di un settore che ogni anno garantisce decine di migliaia di posti di lavoro, diretti, a cifre superiori e soprattutto con contratti stabili, ovvero con un numero medio di 365 giornate retribuite.
Questi sono i numeri del settore, reali e certificati, che per per certa politica, purtroppo, valgono meno delle promesse agli elettori, reali e potenziali. mc