Ora contro 1 azzardo d sono anche le banche Ieri la firma di un protocollo d’intesa tra Ats Bergamo e gli istituti di credito LUCA BONZANNI Ora ci sono anche le banche. Con un primo passo, a cui ne seguiranno altri. E con un obiettivo: fare rete contro il gioco d’azzardo a Bergamo. Ieri l’Ats orobica ha firmato un protocollo d’intesa con gli istituti di credito del capoluogo per mettere in pratica azioni concrete su un tema che resta di strettissima attualità. E dal volume d’affari ingente: nel 2017 in Bergamasca la spesa prò capite per l’azzardo (solo per quello “fisico”, cioè escludendo i giochi online) è stata di 1.819 euro, superiore sia alla media regionale ( 1.748 euro) sia a quella nazionale ( 1.475). In quel fatturato miliardario, ci sono soprattutto due fette di popolazione più a rischio: secondo i dati diffusi daU’Ats, il 33% degli studenti tra i 15ei 19anni (cioè 15 mila ragazzi) nell’ultimo anno ha giocato d’azzardo, una percentuale che s’impenna al 49,2% se si considerano gli over 65. Ora, però, s’accendono nuove sentinelle. Le filiali del capoluogo – l’accordo è stato sottoscritto da Ubi, Credito Cooperativo Ogiio e Serio, Banca Etica, Bper e Unipol – s’impegnano a una forte collaborazione (è già partita la distribuzione di materiale informativo agli sportelli) e ad avviare iniziative che favoriscano conoscenza e confronto col sistema sociosanitario. «È un’esperienza pilota – ha premesso MaraAzzi, direttore generale diAts Bergamo -: gli istituti di credito possono essere i sensori per cogliere situazioni di grave criticità. È fondamentale fare rete». Nel definire il problema in terra bergamasca, l’analisi è schietta: «Siamo molto preoccupati – ha spiegato Azzi ieri nel convegno che è seguito alla firma dell’intesa -. È un disastro: nonostante le tante azioni messe in campo, le cifre restano alte». Gli sforzi messi in campo a Bergamo, in effetti, sono ampi: dal 2013 è attivo un Tavolo provinciale che riunisce istituzioni e associazionismo; solo in quest’ultimo anno scolastico, i progetti avviati con la regia di Ats hanno raggiunto 13.800 studenti. Ma l’attenzione sul tema è altissima anche sotto il profilo della sicurezza, ha specificato il prefetto bergamasco Elisabetta Margiacchi: «Svolgiamo periódicamente riunioni tra le forze di polizia e i rappresentanti dell’Agenzia dei Monopoli: un’azione a tenaglia è già attiva». «Grazie a questo protocollo si apre la possibilità di sperimentare sul campo delle soluzioni condivise – è il commento di Luca Gotti, responsabile della macroarea territoriale Bergamo e Lombardia Ovest di Ubi, nella cui sede è stato siglato il protocollo -. Già oggi, al momento di concedere prestiti, poniamo in essere un vaglio anche per capire se il cliente ha problematiche legate alla dipendenza dal gioco». C’è infine il mondo del sociale. Massimo Zanini, educatore del Centro di primo ascolto di Caritas Bergamo, ha raccontato un lavoro quotidiano che sul territorio si dipana da anni: «Nei nostri centri d’ascolto, la persona viene sostenuta all’interno di un progetto individualizzato, volto alla riacquisizione di sé e della propria dignità», Adesso, anche le banche bergamasche saranno parte del cammino. L’Agenzia della salute: esperimento pilota per rilevare criticità. L’Ubi: già oggi, nel concedere prestiti, valutiamo se il cliente ha problemi di dipendenza Numerosi istituti di credito con sede o filiali a Bergamo hanno sottoscritto un accordo per informare la clientela sui rischi del gioco.
Fonte: Avvenire Milano