Si è svolta oggi al Tar del Lazio l’udienza di merito relativa ai ricorsi contro il Dpcm del 3 dicembre 2020 che ha sancito l’ennesimo prolungamento della chiusura delle attività di gioco sul territorio nazionale. Dopo che i giudici capitolini, nella precedente udienza, avevano imposto al governo di depositare gli atti prodotto dal Comitato tecnico.scientifico sulla base dei quali erano state disposte le chiusure, in modo da poter accertare l’assenza di una presunta discriminazione nei confronti del settore, come ravvisato dagli addetti ai lavori.
Durante l’udienza di oggi, però, l’Avvocatura di Stato ha ribadito che le attività di gioco non sono da ritenere ‘essenziali’. Anche se, secondo i legali del settore, mancano dati scientifici per affermare che l’apertura di un locale di gioco possa essere ritenuta pericolosa in termini di assembramento e di contagio.
Per l’avvocato Gianfranco Fiorentini, intervenuto in difesa del settore, “il problema oggi è che a fronte della epidemia da Covid in corso il gioco non è considerato un settore di attività essenziale, e quindi deve restare chiuso – questo è il pensiero dell’avvocato dello Stato. Non ci sono dati scientifici che giustifichino la chiusura del gioco rispetto ad altri settori ma la differenza ora viene dal fatto di non fornire ‘servizi essenziali’.
In epoca di pandemia ogni attività che comporti la presenza di più persone in locali chiusi è ritenuta pericolosa, quindi non si deve giocare, come non si va al cinema, in piscina, in palestra, a teatro eccetera: questa è la situazione ad oggi, e credo anche che non cambierà presto. Secondo me il Tar seguirà questa strada“.