Le “Donne del gioco” continuano a chiedere la moratoria sulla legge regionale in vista del riordino nazionale.
Oltre al Piemonte, anche in Emilia Romagna continua il presidio degli operatori del Gioco Legale contro le leggi ostruzioniste regionali. E a Bologna, il 29 giugno, sono tornate a riunirsi le imprenditrici e le lavoratrici del comitato Donne in gioco, per chiedere un confronto con i vertici della Regione sulla proposta di concedere una moratoria di un anno almeno per le sale che ancora devono ricevere la lettera di chiusura da parte dei Comuni, in modo da avere il tempo adeguato per potersi ricollocare, alla luce dell’impossibilità di farlo fra 2020 e 2021 per il lockdown del comparto.
Una proposta consegnata nelle mani del capo di Gabinetto Giammaria Manghi ai primi di giugno e, per il momento, rimasta lettera morta.
A raccontare com’è andata a GiocoNews.it è stata Chiara Terrabusi, esponente del comitato Donne in gioco. “Abbiamo fatto il nostro presidio, siamo stati ricevuti da alcuni consiglieri della Lega e di Forza Italia, che erano già a conoscenza della problematica, e che ci hanno sostenuto nelle manifestazioni fatte prima del Covid, anche per chiedere la proroga, Purtroppo, non siamo state ricevute da rappresentanti del Governo regionale, come l’altra volta, quindi ci siamo rivolte alla segreteria per chiedere i recapiti degli assessori”.
L’istanza posta sul tavolo della Regione ovviamente è sempre la stessa: “Una moratoria di 12 mesi, un lasso di tempo che consenta di lavorare per eliminare la retroattività della legge vigente, ma anche su altri punti, come la concessione di indennizzi a chi ha già chiuso, di agevolazioni per le nuove aperture, e per rimediare ad alcune storture, come la richiesta avanzata ad alcune sale di monetizzare i propri parcheggi.
Davvero, non c’è limite al peggio, ma noi non intendiamo arrenderci, anche in prospettiva futura.
Chi ci governa dovrebbe avere più informazioni sul nostro settore, noi d’altronde frequentiamo dei corsi di formazione e aggiornamento obbligatori, visto che siamo il primo presidio di legalità sul territorio ed ostacolo alla diffusione del gioco patologico.
Nel frattempo aspettiamo il riordino nazionale recentemente tornato d’attualità, con il quale le leggi regionali potrebbero non avere più applicazione; sarebbe assurdo, quindi, dover chiudere ora le nostre attività per poi riaprire dopo”, evidenzia Terrabusi.
Il presidio tornerà a riunirsi anche domani, dalle 10 alle 13, in concomitanza con la prevista seduta del consiglio regionale. ”Invitiamo i nostri colleghi a partecipare, a darci forza per continuare il nostro presidio fino a quando sarà necessario”, conclude.