I provvedimenti di ristoro emanati dal governo includono anche gli operatori del gioco pubblico e i gestori di apparecchi: ma solo dopo una serie di ravvedimenti, in un percorso più che tortuoso, che intendiamo qui semplificare. Riportiamo nel seguito l’articolo pubblicato sulla rivista Gioco News (dicembre 2020) nella rubrica “Fisco e slot”, a cura del Consulente fiscale di Criga, Francesco Scardovi e realizzato insieme a Giancarlo Marzo, Avvocato Managing Partner Studio legale e tributario Marzo Associati.
Dopo le polemiche relative al Decreto Ristori, arriva in Gazzetta Ufficiale anche la versione “bis” (poi, addirittura, si arriva a un “ter”). Si tratta del decreto-legge n.149/2020, pubblicato il 10 novembre 2020 con l’obiettivo di ampliare le maglie dei benefici fiscali già concessi con il precedente decreto n. 137/2020. Ad usufruirne – finalmente – anche gli operatori del gioco pubblico. Anche se, va detto, non proprio facilmente. Ma andiamo con ordine. Lo scorso 24 ottobre, di fronte ai contagi da coronavirus che non accennano a diminuire e le terapie intensive di nuovo al collasso, il Presidente del Consiglio decide di emanare un nuovo Dpcm, introducendo un semi-lockdown, con coprifuoco alle 21, spostamenti tra regioni limitati, bar e ristoranti aperti fino alle 18, piscine, palestre, musei e teatri chiusi. E le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò in totale lockdown, fino (almeno) al 24 novembre. Al di fuori degli “ambienti dedicati” tuttavia, e precisamente nei bar e nelle tabaccherie, i giocatori ptevano ancora usare slot, gratta e vinci e lotterie (al netto delle restrizioni orarie, nazionali o locali). A questo punto, il governo interviene a favore di quanti hanno subìto danni a seguito dei provvedimenti di chiusura, con il decreto legge n. 137 del 28 ottobre 2020 (cosiddetto “Decreto Ristori”), che vale oltre 5 miliardi di euro e, tramite esenzioni e contributi, provvede a drenare risorse alle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle restrizioni già disposte. Ed è subito caos da “codici Ateco”. Sì, perché i ristori vengono destinati alle attività riferite ai rispettivi codici riportati nell’Allegato 1 del Decreto-legge. Rispetto al mondo del gaming, quindi, buone notizie per chi gestisce sale da gioco virtuali su internet, sale bingo e casinò (inclusi i casinò galleggianti), sale giochi e biliardi, nonché di chi esercita attività di bookmaker, scommesse sulle corse, ideazione di giochi e concorsi a premi e per i croupier indipendenti. Si tratta delle attività identificate dai codici Ateco 92.00.09 e 93.29.30 (rispettivamente attività connesse con le lotterie e le scommesse nonché sale giochi e biliardi), che godranno: di un contributo a fondo perduto, a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019, eccezion fatta per gli operatori con partita Iva attiva dal 1° gennaio 2019, i quali ne beneficiano a prescindere dai suesposti requisiti di fatturato; della proroga, con riferimento a ciascuno dei mesi di ottobre, novembre e dicembre, del credito d’imposta pari al 60 percento per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda contemplato dall’articolo 28 del decreto legge n.34/2020, indipendentemente però dal volume di ricavi e compensi registrato nel periodo d’imposta precedente (art.8); della cancellazione della seconda rata Imu, della proroga della cassa integrazione da parte dei datori di lavoro; della sospensione dei termini relativi ai versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria dovuti per la competenza del mese di novembre 2020.
A bocca asciutta, invece, i gestori di slot (codice 92.00.02) così come i produttori e il resto della filiera sotto l’egida di altri codici Ateco. Il ravvedimento del governo arriva però con il Decreto Ristori bis. E’ il D.L. 9 novembre 2020, n. 149, che vede la luce dopo la tanto discussa divisione dell’Italia, tre giorni prima, in zone rosse, arancioni e gialle in base allo scenario di gravità e al livello di rischio da contagio Covid, con cui sono state sospese tutte le attività di gestione di apparecchi da intrattenimento, non solo nelle sale dedicate ma anche nei bar e locali similari. Precisamente, con l’Allegato 1 viene ampliato il novero dei codici beneficiari delle misure del Decreto Ristori del 28.10, mentre con l’Allegato 2 viene individuato l’elenco, in seguito alle misure restrittive relative alle zone rosse, di nuovi codici beneficiari dei ristori. Tra questi viene ricompreso anche il codice riferito ai gestori di slot, legittimati così ad accedere al contributo a fondo perduto, nonché a godere della sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali. Ma anche qui, è caos. Ai fini dei rinvii contributivi e altre agevolazioni, emerge una vera e propria sovrapposizione conflittuale tra codici Ateco. Numerosi gestori, infatti, in visura camerale, rimangono ancora individuati da codici diversi dal citato 92.00.02 (tra i quali quelli della categoria 77, per il noleggio di altre apparecchiature) in quanto attribuiti prima della nuova classificazione Ateco 2007 o dei chiarimenti intervenuti con la circolare dell’Agenzia delle Entrate “Sale Giochi e Biliardi” del 2014. La soluzione? Comunicare quanto prima il codice Ateco corretto (92.00.02) al Registro delle Imprese competente per territorio, senza richiesta di pratica di modifica (che potrebbe ingenerare sanzioni) ma di mero aggiornamento, scongiurando così il rischio di restare esclusi da possibili interventi agevolativi.
Si tenga inoltre presente che, come tutti i soggetti delle zone rosse colpiti dalle restrizioni del Dpcm del 3 novembre e all’uopo individuati dal Decreto Ristori bis, gli operatori del gaming possono adesso godere di ulteriori benefici. In particolare: per i soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli indici sintetici di affidabilità fiscale, attivi appunto nei settori economici individuati dall’Allegato 1, l’estensione, prevista dall’art. 6, della proroga del termine di versamento della seconda o unica rata dell’acconto delle imposte sui redditi e dell’Irap 2020, a prescindere della diminuzione del fatturato o dei corrispettivi; la sospensione di cui all’art. 7 dei termini in scadenza nel mese di novembre 2020 dei versamenti relativi alle ritenute alla fonte e alle trattenute relative all’addizionale regionale e comunale, che i predetti soggetti operano in qualità di sostituti d’imposta, oltre ai versamenti relativi all’Iva. I versamenti sospesi verranno effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un’unica soluzione entro il 16 marzo 2021 o mediante rateizzazione fino a un massimo di quattro rate mensili di pari importo, con il versamento della prima rata entro il 16 marzo 2021.
Da ultimo, si segnala l’importante determina di AdM sul rinvio dei versamenti Preu riferiti al bimestre settembre/ottobre 2020 al 18 Dicembre 2020, oltre ai preannunciati nuovi Decreti Ristori ter e quater, che tengono conto della prevedibile proroga della sospensione delle attività sul territorio nazionale. L’auspicio è che tali provvedimenti, così come l’imminente Legge di Bilancio, possano assicurare una vera boccata di ossigeno anche ai gestori degli apparecchi da gioco. Il rinvio dei versamenti tributari dopo la ripresa stabile dell’attività, l’incremento delle contribuzioni a fondo perduto per i mancati ricavi (ad oggi veramente esigue) nonché un abbassamento della pressione fiscale, con almeno il ripristino delle aliquote Preu anteriori al 2019, potrebbero essere misure importanti da adottare immediatamente a salvaguardia dei players del settore.