“Il cosiddetto decreto Dignità è stato tra i primi ad essere approvati in questa travagliatissima legislatura e con il decreto Dignità è cominciata questa strana sindrome del Governo: la ricerca di nomi fantasiosi da attribuire alla attività legislativa e soprattutto il mettere insieme cose che insieme non hanno ragione di stare. Per esempio la creazione di posti di lavoro e il gioco d’azzardo… Si alla prima, no al secondo; ma il tutto in modo fin troppo spesso pasticciato e confuso. Non stupisce quindi che i nodi presto o tardi vengano al pettine e questo è quanto sta accadendo anche oggi sul gioco d’azzardo. Il M5S sul suo blog afferma che l’Agcom fa il gioco delle lobby, perché le linee guida appena pubblicate stravolgono lo spirito del Decreto Dignità. L’oggetto del contendere è la pubblicità del gioco dell’azzardo, che il Decreto Dignità aveva fortemente penalizzato, mentre l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) nelle linee guida emanate per attuare il provvedimento, secondo il M5S, ne stravolge totalmente il senso”.
Così la senatrice Paola Binetti (Udc) che continua: “Il divieto di pubblicità assoluto è oggettivamente difficile da rispettare se si escludono le specifiche forme di comunicazione diffusa a pagamento per promuovere, direttamente o indirettamente, il gioco. Le stesse sponsorizzazioni, pure proibite dalla norma, riemergono nelle forme più svariate sotto forma di servizi, offerti per promuovere contestualmente, per non parlare della dinamica di certi giochi o di quelle forme di comunicazione commerciale che fanno riferimento a certi giochi all’interno di programmi di intrattenimento, come ad esempio i concorsi a premio. Basta pensare all’ultimo montepremi del Superenalotto: 193,5 milioni pubblicizzato in tutte le tabaccherie, su riviste di settore, in calce ad alcuni giornali. E’ la stessa cifra che da sola funge da attrattore di ulteriori investimenti nella speranza di vincere e catalizza piccole e grandi associazioni di persone per comprare pacchetti con maggiori possibilità di vincita.
Il vero dramma del gioco d’azzardo è la speculazione sulla speranza di persone disposte a rischiare tutto nella prospettiva, sia pure remota, di vincere. In effetti è la semplice notizia che qualcuno ha vinto una cifra considerevole a qualsiasi gioco che mette in movimento il popolo alla ricerca della grande illusione. Ed è la cronaca che diventa un volano di pubblicità potete e prepotente, contro il quale neppure l’Agcom può fare qualcosa. Al mercato delle illusioni si può contrapporre ben poco, se non una lucida razionalità basata sul calcolo oggettivo delle probabilità. Per cui l’unica alternativa resta quella del non-gioco, non quella della non-pubblicità”.